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Pio II - Viaggia

Siena

Una chiara immensa vallata, una fissità continuamente mutevole e trasecolante, l'infinito scritto e cancellato nel cielo e in quella terra aperta, mille volte al giorno. Questo spazio, questa luce variabile, questo ritmo delle colline che s'inseguono è una specie di grammatica del subcosciente che però ora viene alla luce. Tutto mi chiama qui, perché qui siamo al massimo della solitudine, ma anche dell'opportunità più autentica di colloquio.
Mario Luzi

Percorro lentamente le strade immerse tra le morbide colline che da Siena corrono in direzione sud. Finalmente posso concedermi questo viaggio dell’armonia, percorrendo un itinerario nella storia dove si incontrano Carlo Magno, Santa Caterina e papa Pio II. Rimango sorpreso e affascinato per l’attualità della descrizione minuziosa di queste territori, che Pio II tracciò nei Commentari durante i suoi viaggi da Siena a Pienza e che hanno saputo conservare inalterato il loro aspetto attraverso i secoli.

Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

Sul mare ondeggiato delle colline di creta il mio tragitto si snoda tra gli aspri calanchi per raggiungere l’Abbazia benedettina di Monte Oliveto Maggiore, oasi di pace e silenzio dove contemplare la bellezza degli affreschi del Sodoma, il suggestivo paesaggio ed il profumo di un tempo antico e rimasto immutato. L’abbazia fu fondata nel 1313 e divenne presto un centro culturale di riferimento per la ricca biblioteca dove ancora oggi i monaci studiano e conservano con attenzione i preziosi manoscritti.

La costruzione del monastero presenta queste caratteristiche: sorge su un colle che guarda verso occidente, solido composto di tufo e argilla […] da tutte le parti ci sono delle profondità come quelle di un baratro, assai profonde, a guardarle fanno paura.
Monte Oliveto è coperto da alberi da frutto, vi prosperano gli olivi, donde è venuto appunto il nome di Monte Oliveto; vi sono fichi, mandorli, e molte specie di peri e meli; vi sono dei boschetti di cipresso nei quali è delizioso d’estate sostare all’ombra durante la calura.

Commentari X, XXI

Montalcino

Mi lascio alle spalle il borgo fortificato di Buonconvento e salgo le pendici tortuose che mi accompagnano fino Montalcino. Dalla fortezza lo sguardo abbraccia un panorama mozzafiato sulla Valdorcia e sui filari del pregiato vino.

A nove miglia da Pienza sorge un nobile e grande borgo chiamato Montalcino, ben visibile su un alto monte alla sinistra di coloro che da Pienza si dirigono a Siena.
Commentari VIII, V

Abbazia di Sant'Antimo

Mi preparo adesso per un incontro particolare: Carlo Magno mi aspetta a S.Antimo, l’abbazia che fondò nel 781. L’abbazia è incastonata in una vallata magica, sorvegliata da un altissimo cipresso che sembra fare a gara con il campanile per superarlo in altezza. La penombra che avvolge l’interno mi solleva verso l’infinito, le pietre scolpite dei capitelli sembrano fare eco al canto gregoriano che i frati ancora oggi intonano armoniosamente durante la loro giornata.

E’ un monastero questo situato non lontano in un bosco: il grandioso fabbricato fu opera, come dicono, di Carlo Magno.Fu un tempo ricco e favorito con importanti privilegi dalla Santa Sede ma per l’incuria degli abati, poco prima del nostro tempo, divenne tanto povero che perse tutti i beni temporali, conservando a mala pena i diritti su quelli spirituali. Nell’epoca nostra l’abate che aveva la direzione del monastero era stato un uomo prodigo e tanto trascurato che aveva mandato in rovina o venduto quei beni temporali che ancora rimanevano al convento […] Pio persuase l’abate a ritirarsi, riservandogli una pensione a vita; incorporò il monastero nella diocesi e fornì il denaro per riscattare e coltivare i poderi così ricomprati
Commentari VIII, V

Bagno Vignoni

Dopo questo emozionante incontro la giornata mi riserva ancora altre meraviglie da scoprire. Bagno Vignoni appare magicamente evanescente attraverso il vapore delle sue acque termali. Qui si trovarono benessere Santa Caterina, Lorenzo il Magnifico e anche il mio compagno di viaggio e guida, Pio II.

Nelle “stufe” di Bagno Vignoni”il pontefice per venti giorni fece una cura che consiste nel versarsi una doccia di acqua calda sul capo; tale cura era utile perché secondo i medici sembrava che il suo cervello avesse troppi umori.

Pienza

Dalla valle del fiume Orcia s'innalza un monte sulla cui vetta si stende una pianura lunga un miglio, larga molto meno; nell'angolo che d'iverno è volto verso l'oriente, c'è una cittadella non ricca di fama, ma d'aria buona, di ottimo vino e di ogni genere di prodotti necessari alla vita.

La maggior parte della cittadina fu in antico proprietà dei Piccolomini

Commentari II, XX

Pieve di Corsignano

Sto per raggiungere la meta finale del mio percorso, che mi porterà a visitare il borgo natale di Pio II, e la sua città ideale, Pienza. Prima però mi rimane ancora un’ultima sosta.

La storia della città prende origine nell’antica pieve di S. Vito e Modesto a Corsignano, luogo dove il Papa fu battezzato; questo fu uno dei luoghi più significativi della sua infanzia e lo ispirò a progettare la sua città proprio in questo borgo. Percorro impaziente a piedi il breve tragitto che mi separa da Pienza: il sogno umanista che Pio II seppe trasformare in realtà.

Pio propose nel Senato di promuovere il suo borgo nativo al rango di città, la proposta fu approvata con il generale consenso e la nuova città fu chiamata Pienza invece di Corsignano.
Commentari VIII, V

Radicofani

Il cielo limpido mi invita a spingermi fino alla rocca di Radicofani, dalla cui sommità lo sguardo accarezza il profilo del Monte Amiata, tanto caro a Pio II, ed i mobili giochi di luce e ombra trasformano continuamente il paesaggio.

Il Sommo Pontefice, per mostrare la sua gratitudine, concesse ai senesi il possesso di Radicofani(cittadella fortificata sul Monte Amiata che dipendeva direttamente dalla chiesa ) questa cittadella era stata sottratta alle mani di un brigante da Nanni Piccolomini, un tempo capitano di una certa fama, il quale l’aveva consegnata ai senesi. E così avvenne che fu sempre la famiglia dei Piccolomini a trasferire alla propria città il possesso e il titolo di quel luogo.
Commentari II, XXII

Abbadia San Salvatore

Risalgo le pendici del Monte Amiata per visitare un’altra abbazia millenaria, quella di S.Salvatore. Le sue origini risalgono al 750 e fu un centro culturale molto attivo. L’ampia cripta rende la visita particolarmente suggestiva.

Qui c’è il vetusto monastero dedicato a Gesù Nostro Signore, con una bella chiesa e celle per i monaci. Dicono che sia stato fondato e arricchito da grandi donazioni di terre da Rotari, re dei Longobardi. L’abate ebbe un potere pieno o parziale su molti castelli, e appunto il nome di abbadia derivò dal fatto che questa cittadina era di pieno diritto dipendente dalla giurisdizione dell’Abate. La chiesa ebbe una suppellettile sacra di gran pregio e il convento ebbe una biblioteca famosa, della quale rimangono attualmente solo pochi volumi fra i quali importantissimo e stupendo, e Vecchio e Nuovo Testamento, in lettere maiuscole, che Pio guardò avidamente.
Commentari IX, I

  
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